Un tempo lontano sognavo di volare
Era un sogno ricorrente.
Ma si trattava di un volo strano, senza strumenti idonei a volare, cioè, in sostanza, senza ali
Non era come il volo temerario di Icaro, insomma, o - adesso - quello di coloro che si buttano dall'alto delle montagne equipaggiati di parapendio.
Cominciava sempre con una corsa balzata, come in assenza di gravità
Poi, man mano che andava avanti, mi accorgevo che potevo librarmi in aria, ritardando sempre di più il momento della caduta al suolo. Nei momenti di sospensione sperimentavo una sensazione di leggerezza (ovviamente), ma soprattutto di grande gioia.
Insomma, era come una corsa con un tempo di volo infinito, rallentata anche, come quella che si può vedere nei film di fantascienza, quando gli astronauti bardati delle loro tute si impegnano in attività extraveicolari nel vuoto dello spazio profondo.
Le sensazioni erano bellissime.
Godevo intimamente di sperimentare una totale assenza di peso, una grandissima leggerezza, quando dentro di me avvertivo una sconfinata fiducia sul fatto che tutto ciò che desiderassi fosse possibile e a portata di mano.
E c'era anche, nei momenti di questo volo sospeso e prolungato, una sensazione di invincibile forza e di invulnerabilità.
Ma questi sogni di voli adesso non ritornano più a visitarmi e ne sento la mancanza.
Vorrei potermi staccare dalla mia ombra e poterla guardare rimanere incollata a terra, mentre io lievito leggero.
Vorrei poter volare di nuovo, come quando in quel passato lontano credevo che tutto fosse possibile e a portata di mano.