Per me, i romanzi di Giancarlo Narciso sono davvero irresistibili.
Se comincio a leggerle uno, va a finire che non riesco a staccarmene più, anche se contemporaneamente ho in corso altre letture.
Così è stato con questo Singapore Sling (Fazi, Collana Tascabili 2002), secondo capitolo della saga che vede protagonista Rodolfo Capitani, che da tempo vive nel Sud Est asiatico con una piccola attività come traduttore in Inglese. Rodolfo Capitani questa volta si trova invischiato in un'amicizia "pericolosa" con un certo Marco Valbusa che lavora in una ditta italiana con ramificazioni internazionali., la Sigmatech. Inizialmente, i due sono soltanto compagni di bevute. Poi a poco nasce una maggiore confidenza, al punto che Valbusa racconta a Rodolfo i suoi casi personali, mentre lo stesso Rodolfo - pur non desiderando apparire come un un uomo che prova nostalgia e rimpianti - alla fine si sbilancia a raccontare qualcosa di sé.
Come in altri romanzi di Narciso, i diversi personaggi non sono mai quello che appaiono e nascondono dei segreti: così è appunto in questa circostanza. Dopo un viaggio in Italia per conferire con i suoi superiori, Valbusa fa a Rodolfo delle raccomandazioni e gli dice che, nel caso dovesse sparire, dovrà occuparsi di una donna che gli sta a cuore, la bellissima Diana di origini cinesi, aiutandola ad andare all'estero, dopo averla fornita di un passaporto (falso, si intende).
Di lì a poco, Valbusa muore in un incidente d'auto e Rodolfo si trova nel dilemma se rispettare la promessa che l'amico gli ha strappato oppure se starsene per i fatti suoi (e tenersi fuori dai guai). Ma siccome la donna a cui Valbusa teneva, gli piace, non ascolta il suggerimento che gli darebbe il suo buon senso.
Da qui una girandola di eventi che porteranno a poco a poco alla scoperta della verità, in un percorso punteggiato da eventi imprevisti e da molte morti.
E' decisamente un bel noir esistenziale, in cui ci sono solo perdenti incluso il nostro Rodolfo che, alla fine di tutto, si trova a galleggiare ancora una volta nella sua solitudine.
Il Singapore Sling è l'aperitivo preferito da Rodolfo Capitani, considerato come "uno dei cocktail più famosi e più complessi". Mi sono incuriosito e avrei voluto provarlo. Ma da quello che ho capito è molto difficile - in Italia - farsene serivre uno, poichè contiene moltissimi ingredienti e la maggior parte dei bar non li hanno tutti a disposizione.Si tratta di quegli ingredienti che, solittamente, non tieni neppure a casa.
Forse per assaggiarlo bisognerebbe andare nel Sud Est asiatico e, appunto, a Singapore...
(Dalla seconda di copertina) In una Singapore torrida e inquietante, due uomini italiani all'estero si incontrano per caso ed è come se si fossero conosciuti da sempre: Rodolfo Capitani, girovago e vagabondo, di professione traduttore free lance, in fuga da se stesso e da una moglie e un figlio abbandonati in Messico; Marco Valbusa, importante dirigente della Sigmatech, una società italiana che si occupa di prodotti per l'edilizia (ma come si scoprirà in seguito dagli affari poco chiari). Un incontro che metterà Rodolfo nei guai fino al collo, all'indomani della morte di Marco in un misterioso incidente di macchina: perchè a Singapore la vita vale poco, soprattutto se è in ballo una grande quantità di soldi.
In Singapore Sling, vincitore del Premio Tedeschi nel 1998 e qui proposto in una nuova edizione rivista dall'autorre, si susseguono frenetici una serie di colpi di scena che sconvolgono le regole del thriller tradizionale. Singapore Sling, sorretto da da una scrittura visiva dall'andamento cinematografico, restituisce i colori e le affascinanti ambientazioni dell'Oriente lontano e conduce il lettore in una storia mozzafiato e dal ritmo vertiginoso che lo rende uno dei migliori gialli italiani degli ultimi anni.
L'autore. Giancarlo Narciso, apppassionato soprattutto d’Oriente, vi ha vissuto per oltre dieci anni assorbendone modi, cultura e filosofia, ma è anche un irrefrenabile peripatetico (in altritempi si sarebbe detto "dromomanico") che ha compiuto ben quattro volte il giro del mondo, stabilendosi di volta in volta a Tokyo, in Kuwait, a Kathmandu, a San Francisco, a Città del Messico, a Singapore, svolgendo i lavori più disparati, dalla comparsa all’interprete, dal reporter sportivo al modello, dal dirigente d’azienda al contrabbandiere. Apparentemente rinsavito per via dell’età, si limita ora a passare sei mesi all’anno in quella che considera la sua vera patria, l’isola di Lombok, in Indonesia e gli altri sei a Riva del Garda.
Ha scritto i romanzi I guardiani di Wirikuta, Sankhara (finalista premio Scerbanenco), Le zanzare di Zanzibar, Singapore Sling (vincitore premio Tedeschi e soggetto del film Rai "Belgrado Sling"), Incontro a Daunanda, Otherside e Un'ombra anche tu come me.
A questi si affiancano il dramma horror Eclissi e numerosi racconti.
Con lo pseudonimo di Jack Morisco firma per Mondadori (nella collana Segretissimo) una fortunata serie di romanzi di spionaggio ambientati a Singapore e dintorni, di imminente ristampa in un rigoroso author’s cut per Alacran.
Il Singapore Sling è l'aperitivo preferito da Rodolfo Capitani. Mi sono incuriosito e avrei voluto provarlo. Ma è molto difficile - in Italia - farsene serivre uno, poichè contiene moltissimi ingredienti e la maggior parte dei bar non li hanno tutti a disposizione.Forse per assaggiarlo bisognerebbe andare nel Sud Est asiatico e appunto a Singapore...
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