Nessuno come gli Americani riesce a realizzare degli ottimi film per celebrare personaggi eroici o "eroi" della vita quotidiana, cioè coloro che hanno puntato alto per realizzare il proprio sogno.
Sono ben pochi i cineasti europei che riescono a realizzare simili film, non vuotamente celebrativi, che rendono omaggio a persone che si sono distinte nel proprio campo specifico, sino al punto di dare la propria vita per una causa in cui credevano fermamente oppure per portare fino in fondo il proprio dovere oppure semplicemente colti da circostanze avverse nello svolgimento dei propri compiti.
Ovviamente questo è solo uno dei filoni del cinema USA, poichè qui i cineasti sono in genere maestri nell'affabulazione e nella trasposizione cinematografica di fatti realmente accaduti.
Gli esempi di "cinema degli eroi" nella cinematografia USA sono infiniti, basti pensare - per fare un paio di esempi - al film che racconta le vicende dei Vigili del Fuoco intrappolati tra le macerie dopo il crollo della seconda delle due Torri gemelle, oppure a quello che narra la storia vera di tre commilitoni che, congedatisi dall'esercito dopo il loro servizio in uno dei recenti scenari di guerra medio-orientali, trovandosi a compiere un viaggio di svago in Europa, si trovano a sventare un attentato terroristico su di un treno a lunga percorrenza sul quale si trovavano a viaggiare.
Questo "Fire Squad. Incubo di Fuoco" (titolo originale: Only the Brave), uscito nel 2017 per la regia di Joseph Kosinsky, racconta la storia vera dei Granite Mountain Hotshots, la prima squadra anticendi boschivi di un corpo di Vigili del Fuoco municipali dell'omonima cittadina, promossi al rango di "hotshot", cioè di quegli addetti altamenti specializzati che vanno a lottare sul campo direttamente contro il fronte degli incendi boschivi, eventualmente con l'utilizzo della tecnica dei "controfuochi".
Il film racconta senza inutili retoriche la loro storia, dalla costituzione della squadra, attraverso la loro quotidiana attività, sino al tragico epilogo dovuto alla concomitanza di circostanze avverse, non certamente alla loro temerarietà o ad una qualche loro negligenza, nello scenario dell'incendio boschivo di Yarnell Hill. Della squadra di 20 valenti spegnitori, sopravvisse soltanto uno (per circostanze fortuite) e questo sopravvissuto, Brendan McDonough di 21 anni, diventerà l'infaticabile custode della loro memoria e di un mausoleo arboreo che diviene il luogo della rimembranza e del pellegrinaggio dei familiari.
Il film, come tutti quelli tratti da storie vere, si conclude con una rassegna fotografica dei personaggi veri: e ciò serve a radicare ancora di più il fim nella realtà e renderlo uno strumento di omaggio "alla memoria".
Un tempo, nella cinematografia, venivano celebrati con esempi di "cinema-verità" gli eroi di guerra (anche se con luci ed ombre): si veda ad esempio il problematico esempio del film di Clint Eastwood, sul vero ruolo del manipolo di soldati che piantarono la bandeira USA su di un colle di Iwo Jima.
Soprattutto, al giorno d'oggi, quando in molti luoghi (troppi) si combattono delle guerre bastarde, non possono più esserci eroi da celebrare in cui tutti si possano identificare, proprio perchè i soldati inviati a combattere in questi scenari di guerrre liquide, non combattono più per una causa giusta, per quanto insensata, come si poteva pensare al tempo della II Guerra Mondiale.
Non ci sono più eroi nelle guerre moderne, ma solo "bastardi senza gloria" che si trovano a combattere, a uccidere e ad essere uccisi, solo per futili motivi, oppure per menzogne coe sono state proprinate loro, oppure ancora per la paga che ricevono), per citare il titolo di un film di Quentin Tarantino.
Ed ecco la necessità di celebrare gli eroi della vita quotidiana, esempi di dedizione e di aderenza al proprio impegno sino alle più estreme conseguenze.
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