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8 luglio 2018 7 08 /07 /luglio /2018 07:51

Non svegliare le belle addormentate

Dalla copertina

Stephen King and Owen King, Sleeping Beauties, Sperling&Kupfer, 2018

(Maurizio Crispi) Stephen King è in vena di collaborazioni. Con il magistrale "Gwendy's Button Box" (La Scatola dei Bottoni di Gwendy, Sperling&Kupfer 2018, ma pubblicato in lingua originale prima, nel corso del 2017), scritto a quattro mani con Richard Chizmar, è stata la volta di Sleeping Beauties (Sperling&Kupfer, Collana Pandora, 2017), un romanzo di difficile catagolazione, tra il fantastico e l'horror, il cui coautore è Owen King, conosciuto in Italia per una raccolta di racconti pubblicata da Frassinelli (Siamo tutti nella stessa barca, Frassinelli, 2006) e di un romanzo, Double Feature, ancora non tradotto in lingua italiana.
La cifra del racconto che si dispiega in oltre 600 pagine è tipicamente kinghiana, se si hanno presenti romanzi come "Cose Preziose" (impareggiabile), o il fosco e claustrofobico "La Tempesta del Secolo" oppure ancora "The Dome" (alquanto più fiacco). In questa tipologia di trame, King prende una piccola realtà, già di per sé chiusa e poco permeabile rispetto all'esterno, creando quindi un evento che rende tale realtà ancora più chiusa ed impermeabile rispetto all'esterno e studiando quindi gli sviluppi delle relazioni di aggressività (o di solidarietà) tra coloro che sono intrappolati in quella che appare essere una situazione-limite.
Ma le similitudini tra i romanzi citati si fermano qui, perchè la potenza narrativa di Cose Preziose e de La Tempesta del Secolo qui si è persa di casa ed è sfociata in un prodotto mediocre come, ad esempio, è stato The Dome.

L'ambientazione è Dooling, una piccola città del West Virginia con vista sui Monti Appalachi che ospita un Carcere femminile e vi sono, quindi, nell'incipit ben tre comunità da prendere in considerazione: quella delle carcerate, quella delle guardie e quella dei cittadini (tra queste ultime due, si pone il corpo della polizia locale).

Comincia a verificarsi una strana "epidemia" che si manifesta in una sorta di imbozzolamento a cui vanno incontro tutte le donne non appena si addormentano e, se qualcuno le disturba da questo sonno imbozzolato oppure tenta di disfare il bozzolo che le avvolge, hanno delle reazioni di violenza incontrollata e sanguinaria nei confronti di coloro che le hanno disturbate. Questa epidemia, presto battezzata "Aurora", sembra essere su scala mondiale: gli eventi di Dooling, tuttavia, hanno un'importanza cruciale e decisiva, tingendosi di sovrannaturale, con la comparsa di una donna misteriosa, Evie Black, che può addomertarsi senza essere imbozzolata e risvegliarsi a suo piacimento. Con Evie Black compare anche un enorme albero fantastico, assieme ad una tigre che sembra esserne la custode e ad una volpe che sarà il tramite tra mondi diversi, assieme a un enorme numero di falene.

Il mondo va a rotoli senza le donne. Si scatenano le violenze contro le donne imbozzolate e si scatenano squadre speciale di bruciatori, mentre al tempo stesso si va delineando una caccia alla strega vera e propria nei confronti di Evie Black, prima guardata con sospetto e poi ritenuta responsibile di quanto sta accadendo. E forse, alcuni pensano, si trata di una strega, poichè è dotata di poteri certamente al di fuori dell'ordinario.
Altri, più saggi, cercano di preservare a tutti i costi le donne imbozzolate, nella speranza che un giorno si possano risvegliare e, per lo stesso motivo, ritengono di dover proteggere Evie Black.

Il romanzo che è sostanzialmente un fantasy realistico, con qualche elemento truculento (ma decisamente non horror) si pone in sostanza come una parabola a lieto fine (che si tinge, se vogliamo e come è stato notato da altri, di connotazioni new age), ma non senza spargimenti di sangue, che raggiungono il loro apice nella "Battaglia del Carcere di Dooling".
Forse potremmo vederlo come una parabola fantasy sull'importanza delle donne nel mondo degli uomini e in cui si ipotizza cosa potrebbe accadere se tutte le donne del mondo improvvisamente scomparissero e se avessero la scelta di non tornare più, costruendo un nuovo mondo tutto per loro.
Interessante il tema, ma forse la storia è troppo lenta nel suo svolgimento, e così affollata di personaggi che nelle prime trecento pagine si fa fatica a raccapezzarsi, soprattutto nella presentazione delle diverse ospiti del carcere e della popolazione di secondini e secondine.
Troppo lento, forse anche troppo piatto, ho impiegato mesi a leggerlo: ma sono riuscito ad arrivare alla fine (con un senso di liberazione, devo dire).
Nell'ambito della sterminata produzione kinghiana, un'opera senza nè onore nè gloria, certamente non delle migliori, malgrado le entusisiastiche presentazioni dei quotidiani che ne hanno scritto le recensioni (vedi in basso alcune stralci, a titolo di esempio).
A mio avviso, si salva soltanto per l'idea che forse avrebbe potuto avere un migliore sviluppo (risultando senz'altro più incisivo) in un romanzo breve (o in un racconto lungo).
Si ha l'impressione che i due autori abbiano fatto di tutto per allungare il brodo della narrazione.

 

«Stephen e Owen King hanno scritto una bella storia horror, epica, toccante e molto giusta per i tempi, con un finale esplosivo ed emozionante»

USA Today

«Questa bella prima collaborazione tra Stephen King e il figlio Owen è un romanzo che mescola horror, fantasy e realtà immaginando quello che potrebbe succedere se tutte le donne si addormentassero. La scrittura scorre senza ostacoli e l’azione sfreccia come un treno in corsa»

Publishers Weekly

«Sleeping Beauties è un romanzo epico brillante e originale, fresco e vitale»

The Guardian

(fascetta e risguardo di copertina) Sleeping Beauties è una favola nera gloriosamente ricca di storie, idee, eventi e personaggi memorabili, che inizia con un C’era una volta a Dooling e termina con un finale degno dei King. Potente, provocatorio, sorprendente.
 

Dooling è una piccola città fortunata del West Virginia, con una splendida vista sui monti Appalachi e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle. Anonymous Content (casa di produzione di True Detective e Mr. Robot in TV e di Revenant e Spotlight al cinema) si è assicurata i diritti di Sleeping Beauties, per farne una serie con la collaborazione di Stephen e Owen King.

«Che cos’è successo a Kitty?»
«Ha urlato per metà della notte. Ora dorme.»
«Le è uscito qualcosa di comprensibile?»
«Sì, che la Regina Nera sta arrivando.»

Dal romanzo

Gli Autori

Stephen King

Stephen King è il celebre scrittore statunitense. Autore di romanzi e racconti best seller che attingono ai filoni dell’orrore, del fantastico e della fantascienza, è considerato un maestro nel trasformare le normali situazioni conflittuali della vita – rivalità fra coetanei, tensioni e infedeltà coniugali – in momenti di terrore.
Quando era ancora piccolo, sua madre dovette far fronte a grandi difficoltà, perché il padre uscito di casa per fare una passeggiata non fece più ritorno.
Nel 1962 iniziò a frequentare la Lisbon High School e cominciò a spedire i suoi racconti a vari editori di riviste, senza però alcun successo concreto.
Conclusi gli studi superiori entrò all'Università del Maine ad Orono, dove gestisce per un paio d'anni una rubrica all'interno del giornale universitario. Nel 1967 terminò un primo racconto breve a cui fa seguito, qualche mese dopo, il romanzo La lunga marcia che riceve giudizi lusinghieri.
Sottopose Carrie alla casa editrice Doubleday e ottenne un assegno di 2500 dollari come anticipo per la pubblicazione del romanzo.
A maggio arriva la notizia che la Doubleday ha venduto i diritti dell'opera alla New American Library per 400.000 dollari, metà dei quali spettano di diritto all'autore. Così, a ventisei anni, Stephen King lasciò l'insegnamento per dedicarsi alla professione di scrittore. Da quel momento la sua carriera non avrà più interruzioni. Nel 1971 si sposerà con Tabitha, conosciuta due anni prima lavorando nella biblioteca dell'Università.
Con un'operazione innovativa, il 14 marzo 2000 diffonderà esclusivamente su Internet il racconto Riding the Bullet. Nell'autunno dello stesso anno pubblicherà On writing: autobiografia di un mestiere, un'autobiografia e una serie di riflessioni su come nasca la scrittura.
Tra i suoi libri più noti si ricordano Shining (1976; il film, del 1980, venne diretto da Stanley Kubrick); La zona morta (1979; versione cinematografica del 1983, per la regia di David Cronenberg); Christine la macchina infernale (1983; il film, dello stesso anno, è di John Carpenter); It (1986, il film è del 1990); Misery (1987; noto in Italia con il titolo Misery non deve morire, la pellicola è stata realizzata da Rob Reiner nel 1990), Mr Mercedes (2014). Tra gli altri ricordiamo: Cuori in Atlantide (2000), La casa del buio (2002), Notte buia, niente stelle (2010), Chi perde paga (2015), Fine turno (2016).
È del 2016 la nuova edizione aggiornata di Danse macabre, pubblicato da Frassinelli con l'introduzione e cura di Giovanni Arduino.
A Stephen King è stata assegnata nel 2003 la National Book Foundation Medal per il contributo alal letteratura americana, e nel 2007 l'Associazione Mystery Writers of America gli ha conferito il Grand Master Award.

Owen King

Owen King. Owen Philip King, nato a Bangor nel 1977, è il terzogenito – dopo Naomi King and Joseph Hillstrom King (anch'egli scrittore) – di Stephen King e Tabitha Jane Spruce. Ha frequentato il Vasar College e la Columbia University, dove si è laureato in Fine Arts. È autore di due raccolte di racconti, la prima delle quali pubblicata in Italia da Frassinelli nel 2006 con il titolo Siamo tutti nella stessa barca; e di due romanzi: il primo, Double Feature, è stato pubblicato nel 2013, il secondo, pubblicato in Italia da Sperling & Kupfer nel 2017, l'ha scritto a quattro mani con il padre, e si intitola Sleeping beauties. Ha ricevuto diversi premi letterari per il suo lavoro.

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

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