Ci sono dei libri che possiedono un magico appeal. Li compri attratto dal titolo e dall'impostazione grafica della copertina, forse anche dal contenuto di cui ti rendi conto per sommi capipoi magari stanno lì ad occhieggiare dallo scaffale dove li hai riposti per anni, ogni tanto li prendi e li sfogli, dando loro con l'occasione una spolverata, ma poi li posi, poichè il tempo della lettura non è ancora maturo. Poi, finalmente un giorno, il richiamo si fa irresistibile lo afferri preso quasi da un raptus per intraprenderne la lettura.
Così è stato per l'opera di Lewis Shiner, scrittore di SF poi uscito dalla nicchia per diventare uno scrittore mainstream con elementi fantastici, Visioni Rock (titolo originale: Glimpses, nella traduzione di Simona Fefè), pubblicato a suo tempo (1999) da Fanucci nell'interessante collana AvantPop che rappresentò un'apertura ad istanze letterarie diverse, non unicamente ascrivibili ad un genere.
Siamo nel 1988, a quasi un ventennio dalla fine del grande sogno del rock anni Sessanta (quello dell'impeto creativo, rivoluzionario e dissacrante) e dalla scomparsa di alcuni dei suoi personaggi iconici. Ray Shackleford, un quarantenne forgiato negli anni '60, ex-musicista e figlio dei fiori, si dedica alla riparazione di impianti stereo e vive la classica crisi di mezza età (con un matrimonio traballante). Un giorno, in modo del tutto inconsapevole, scopre di poter realizzare un miracolo: con le cuffie in testa, Paul è in grado di far venire dal suo impianto stereo grandi temi della musica rock, soprattutto quelle canzoni o quei concept album che per motivi diversi, ma soprattutto per la morte improvvisa del loro autore non erano mai riusciti a venir fuori dallo stato di bozza, di accenno.
Miti della musica rock, nel periodo in cui le grandi cione degli anni Sessanta andavano scomparendo o cambiavano direzione alla loro creatività.
Ray a questo punto si chiede se per caso, se quella musica visionaria fosse giunta al suo culmine proprio con la realizzazione di quelle opere interrotte il decorso della storia non sarebbe stato differente.
E, quindi, decide di far vivere quelle musiche. Inzia con la canzone dei Beatles dispersa, per poi dedicarsi a "The Celebration of the Lizard" di Jim Morrison, Ma quando arriva il turno di Brian Wilson (e tutto il suo lavoro ruotante attorno a Smile) e a Jimi Hendrix, riesce addirittura a ritornare indietro nel tempo e a incontrarsi con i suoi idoli: tutto, naturalmente, avviene nella sua mente.
Il suo obiettivo è salvare quella musica che non era mai nata in forma compiuta, ma anche "salvare" dalla morte prematura, i musicisti che l'avrebbero creata. Un progetto ambizioso che, segretamente, è mosso dal desiderio di riscattare la propria vita e darle un senso, nel momento in cui deve confrontarsi con la morte improvvisa del padre (che - come egli stesso scoprirà - potrebbe essere stato un suicidio) e con il fallimento della propria vita matrimoniale.Sino ad un certo punto Ray riuscirà nel suo intento, ma con il rischio - con queste immersioni sempre più profonde nella sua mente nel passato - di perdere se stesso.
Il suo desiderio è di salvare le reliquei della musica che ha amato, di farla rivivere nell'apoteosi del suo splendore: ma questo progetto è mosso fondalmente dal fatto che continua ad abitare in un passato mitizzato, una sorta di Paradiso perduto, una dimensione edenica mai più ritrovata.
L'interesse del libro è nella minuziosa ricostruzione della vita e dell'ambiente di questi grandi personaggi del rock, ma anche nella rappresentazione di come possa essere difficile elaborare il lutto e lasciar andar le cose, concentrandosi piuttosto nel momento presente.
E' questo il faticoso percorso che dovrà intraprendere Ray per uscire da una dolorosa contemplazione del passato e delle rovine di un tempo glorioso, luoghi che possono essere rivistati appunto come testimonianze e reliquie, come parte di un sito di archeologia musicale e dell'immaginario, anche se la vita è andata avanti in direzioni diverse da quelle che avrebbe potuto imboccare.
Ho letto questo romanzo ascoltando attraverso (e, all'occasione, anche guardando) i filmati di youtube le musiche citate, autentici documenti audiovisivi di un tempo del mito e del sogno (quando se non c'era la tecnica, c'erano tuttavia nei musicisti e nei produttori la passione e l'impeto visionario): e questa colonna sonora di cui ho potuto godere ha rappresentato indubbiamente un elemento di piacere addizionale.
L'autore. Lewis Shiner (Eugene, 30 dicembre 1950) è uno scrittore statunitense.
Shiner iniziò la sua carriera come uno scrittore di fantascienza, vicino alla corrente cyberpunk, passando successivamente a scrivere romanzi mainstream con elementi fantasy. Ha risieduto in Texas, per poi trasferirsi in Carolina del Nord.
Molti dei suoi romanzi hanno come tema la musica rock, specialmente legata ai grandi musicisti degli anni 1960-1970: The Doors, Brian Wilson, The Beatles e Jimi Hendrix nel romanzo Visioni rock del 1993; Slam (1990) è basato sulla cultura punk e anarchica.
Due suoi racconti, Fin quando voci umane non ci sveglieranno (Till Human Voices Wake Us, 1984) e Mozart con gli occhiali a specchio (Mozart in Mirrorshades, 1985), sono stati inseriti nell'antologia della fantascienza cyberpunk Mirrorshades curata da Bruce Sterling nel 1986.
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