Stanze vuote,
spoglie
tutto pare provvisorio e sciatto
Nessuna traccia dell'opulenza di prima
Una essenzialità quasi monacale
pervade ogni spazio
Non più tracce di memoria,
ridondanti e onnipresenti,
ma solo un vuoto esausto
che non potrà più essere riempito
Il lavoro della pietra e del fuoco
è l'unica risorsa,
come anche arare, zappare, potare
in una ciclicità senza fine
E lì in quelle fatiganti attività
si crea nlla mente il vuoto zen
l'assenza di desiderio e di memoria
Come perdersi nella composizione di puzzle infinito
Momenti che rimangono sospesi in un tempo senza tempo,
un tempo in cui la battuta successiva del metronomo
non arriva mai
Solo,
fuori rondoni intrecciano voli
frenetici
e i loro piccoli annidati nei cassoni
pigolano chiedendo cibo e ancora cibo
Un cane tenuto nel recinto
abbaia la sua reclusione
Arriva la sera,
tutto si ingrigisce nel silenzio
ed è l'oblio della notte
Il sonno giunge benevolo
i sogni che sognerò saranno beffardi