(Maurizio Crispi) Vado forse controcorrente se affermo che "Fine Turno" (End of Watch) di Stephen King (Sperling&Kupfer, 2016) mi è piaciuto, come mi sono piaciuti i due volumi precedenti della trilogia che ha come protagonista il detective in pensione Billy Hodges (e i suoi due comprimari) nel confronto/duello con il malvagio Brady Hartfield che, dalla sua stanza d'ospedale, riesce ad architettare un piano diabolico per portare a termine ciò che era rimasto incompiuto.
Stephen King "non" è uno scrittore di genere, per quanto alcuni lo vogliano inchiodare a questa etichetta. Nel corso del tempo "il re" si è cimentato in varie direzioni, esplorandone le potenzialità con risultati diversi, ovviamente, e non sempre condivisibili. Ma, come per tutti gli scrittori che abbiano il coraggio di non rimanere legati ad un unico stereotipo narrativo il giudizio d'un lettore attento deve tenere d'occhio l'opera narrativa nel suo complesso, con tutte le divagazioni, le sperimentazioni, i percorsi (compresi i vicoli ciechi) che l'Autore ha voluto seguire.
La trilogia di Hodges e dell'agenzia investigativa "Finders Keepers" va appunto collocata in questa luce. E, di volta in volta, le opere di Stephen King vanno lette facendo attenzione alle soglie del testo e alle epigrafi. Come Revival era dedicato ad alcuni dei maestri dell'Horror e sopra a tutti a H. P. Lovecraft, indiscusso pilastro del Gotico, la trilogia di Mr Mercedes trova i suoi ispiratori in alcuni scrittori del genere poliziesco e, in particolare, è dedicata nel suo incipit a Ed McBaine al poliziesco metropolitano.
Detto questo, ciò che più affascina nell'opera narrativa di King è la capacità affabulatoria che si distende in lunghi percorsi in cui i personaggi vengono magistralmente costruiti e fatti vivere.
Non a caso Stephen King si paragona sovente a Charles Dickens, gigante della letteratura del Novecento e non certo di genere.
Fine Turno, come i due romanzi che lo hanno preceduto si legge bene e appassiona, anche se non c'è suspense, dal momento che il montaggio degli eventi è predisposto dallo sguardo onnisciente del narratore.
Ma ciò che piace è il dispiegarsi della narrazione, appunto: ed è questa la qualità che fa di Stephen King un grande scrittore.
(dal risguardo di copertina) Dopo Mr. Mercedes e Chi perde paga, King ha scritto l'atteso capitolo conclusivo della sua trilogia poliziesca, nella quale l'autore, come ci ha ormai abituato, combina il suo impareggiabile senso della suspense con uno sguardo lucidissimo sulla fragilità umana.
In un gelido lunedì di gennaio, Bill Hodges si è alzato presto per andare dal medico. Il dolore lo assilla da un po' e ha deciso di sapere da dove viene. Ma evidentemente non è ancora arrivato il momento: mentre aspetta pazientemente il suo turno, infatti, Bill riceve la telefonata di un vecchio collega che chiede il suo aiuto, e quello della socia Holly Gibney. Ha pensato a loro perché l'apparente caso di omicidio-suicidio che si è trovato per le mani ha qualcosa di sconvolgente: le due vittime sono Martine Stover e sua madre. Martine era rimasta completamente paralizzata nel massacro della Mercedes del 2009. Il killer, Brady Hartsfield, sembra voler finire il lavoro iniziato sette anni prima dalla camera 217 dell'ospedale dove tutti pensavano che sopravvivesse in stato vegetativo. Mentre invece la diabolica mente dell'Assassino della Mercedes non solo è vigile, ma ha acquisito poteri inimmaginabili, tanto distruttivi da mettere in pericolo l'intera città. Ancora una volta, Bill Hodges e Holly Gibney devono trovare un modo per fermare il mostro dotato di forza sovrannaturale. E a Hodges non basteranno l'intelligenza e il cuore. In gioco, c'è la sua anima. Dopo "Mr. Mercedes" e "Chi perde paga", King ha scritto il capitolo conclusivo della sua trilogia poliziesca, nella quale l'autore, come ci ha ormai abituato, combina il suo senso della suspense con uno sguardo lucidissimo sulla fragilità umana.
Dalla trilogia di Bill Hodges sarà tratta una miniserie TV diretta da Jack Bender.
Di Fine turno è stato detto:
«Per le legioni dei suoi fan, Fine turno, combinazione tutta kinghiana di horror e mystery, è il finale perfetto della trilogia di Bill Hodges» - Publishers Weekly
«Il re non delude» – Andrea Vitali, Il Venerdì di Repubblica
«Di uno scrittore come King, che è sulla cresta dell'onda da molti decenni, si potrebbe pensare che è a corto di idee. E invece eccolo servirci uno dei thriller più originali degli ultimi tempi: un libro spettacolare, emozionante, avvincente» - Library Journal
«King riesce ancora splendidamente a fare la sua magia.» - The Associated Press
«King è abilissimo nell'imbastire il suo nuovo romanzo horror, che tocca argomenti sensibili come quello della depressione e del suicidio» - Luca Crovi, il Giornale.it
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