Con l'occasione del Trail di Marettimo (svoltosi il 18 settembre 2016) , in una maniera alquanto avventurosa ed improvvisata, ho spezzato le perniciose catene dell'immobilità in cui mi sentivo avvinto... andando, per di più, in un luogo che, da lungo tempo, mi sta nel cuore...
Marettimo (assieme a Levanzo), in particolare, è legata indissolubilmente alla memoria di un mio incontro con la wilderness e al confronto con una paura d cui desideravo liberarmi.
A Marettimo, senza esserci mai stato, mi avventurai la prima volta, deciso ad affrontare la natura selvaggia e a dormire all'aperto in un luogo del tutto isolato, poiché - malgrado esperienze già fatte in passato (ma sempre in compagnia), da un certo momento in poi fui preso da una sorta di fobia a ripeterbe di simili.
L'idea di dormire da solo e all'aperto, in specie, mi faceva paura.
Decisi così di affrontare questa mia bestia interiore, che mi faceva sentire meno libero, frontalmente e scelsi Marettimo anche perché oltre ad essere la più lontana dalla Terraferma delle tre isole dell'arcipelago, era un luogo a me sconosciuto, dove non avrei trovato nessuno dei punti di riferimento a me familiari (e dunque in qualche misura confortanti).
Volevo un'esperienza diretta e brutale per contrastare la mia paura, un'esperienza non edulcorata
Sbarcato a Marettimo e acquistati alcuni generi di prima necessità, mentre il giorno volgeva al tramonto, mi diressi zaino in spalla (senza conoscere nulla del luogo in cui mi ero scaraventato, ripeto), verso Punta Bassana e poi piegando all'interno verso uno scollinamento che mi avrebbe portato - così ritenevo - dall'altro lato dell'isola. Ero deciso ad allontanarmi il più possibile dal centro abitato e di addentrarmi in un territorio sconosciuto e lontano dal consesso umano.
Dopo essermi lasciato il cimitero e Punta Bassana alle spalle, l'atmosfera cupa di fine giornata si rischiarò all'improvviso, poiché mi affacciai sul lato dell'isola rivolto ad ovest, che s'illuminava dei colori caldi di un tramonto marino di prima estate.
Camminai e camminai, finché arrivai in vista del Faro in un punto in cui si creava una piccola piana e la macchia mediterranea si diradava per lasciare luogo ad una gariga degradata dagli interventi umani di disboscamento (a quel tempo Marettimo non era ancora una zona naturalistica protetta).
E decisi di fermarmi lì, per trarre vantaggio anche da una vecchia rete di letto abbandonata, ma ancora in perfette condizioni, dove dispiegai il mio sacco a pelo.
Dopo aver consumato un frugale pasto, mi misi in attesa della notte che arrivò presto con un buio nero come la pece, che tuttavia era rischiarato dal periodico fluire delraggio di luce proveniente dalla lanterna del faro.
Notte di inferno, anche perché i rumori della notte arrivano alle mie orecchie amplificati con una lucidità quasi lisergica, eppure dormii quello che si può definre il sonno dei giusti, salvo un piccolo episodio di terrore quasi allo stato puro, al quale tuttavia seppi resistere.
Nel cuore del mio pernottamento, quando il buio era ancora fitto, presi a sentire a breve distanza da me - e il cuore mi balzò in gola - dei fruscii e dei rumori furtvi, insistenti, che non riuscivo a catalogare bene, fosse un fantasma o una presenza ostile...
Ma poi - dopo questa pausa, mi riaddormentai e dormii beatamente sino alle prime luci dell'alba.
Al momento di fare colazione e di aprire la tasca dello zaino che custodiva le mie poche scorte, scoprii che il tessuto di tela forte e robusta era forato e che il pacco di biscotti all'interno era stato manomesso...
Ma cos'era stato? Ma un topino ovviamente che non aveva resistito al richiamo della leccornia...!
Mi feci una grande risata.
Prova di iniziazione superata e mi dissi: "Non temerò più alcun male", sentendomi come quei Pellerossa d'America che per transitare dalla bambinitudine all'età adulta dovevano andare da soli nella foresta o comunque nella wilderness a cercare la propria visione e il proprio animale totemico, dal quale avrebbero potuto prendere - a pieno diritto - il proprio nome di adulti.
Stante questo riferimento antropologico, io dopo la prova iniziatica, avrei potuto a ben diritto assumere il nome di "Topo Seduto" o, meglio ancora, "Topo Dormiente".
Questa gita a Marettimo è stata dunque l'occasione per una giornata di atmosfera di avventura, ma anche stimolo per un viaggio a ritroso nel tempo sino a quella - fondante - esperienza e a tutte le successive occasione in cui ebbi modo di tornare a Marettimo per gustarne - il più spesso in solitudine - la Wilderness.
(foto di Maurizio Crispi)
Marettimo, oh cara! Il Trail di Marettimo (come altre prove del Circuito Ecotrail Sicilia è la dimostrazione netta e pulita di come un'occasione di sport sia lo spunto per trovarsi - per "essere" - in un luogo assolutamente fantastico e pieno di grandi risorse e bellezze sia paesaggistiche sia naturalistiche, nonchè dotato di un patrimonio di memorie storiche e mitologiche. Per i Greci che erano particolarmente sensibili a tutto ciò di ominoso e sovrannaturale fosse contenuto in certi luoghi, Marettimo un'isola dotata di un'aura di sacralità (il suo nome presso i Greci era "Hierà Nèsos" che significa appunto "isola sacra") ed era quindi dedicata ad attività cultuali, ma anche coincidente con la Itaca di Ulisse, secondo la teoria "trapanese" dell'Odissea, inizialmente proposta da Samuel Butler e poi ripresa anche da altri. Per non parlare poi dell'antico presidio romano, successivamente trasformato in monastero bizantino con una chiesetta fortemente suggestiva in una posizione preminente sul mare, dove nella distanza spiccano le sagome delle altre due Egadi e poi il profilo più lontano ed indistinto della terraferma. E che dire poi del Castello di Punta troia che sarebbe di origini addirittura normanne e che fu impiantato su di una preesistente torre di avvistamento?
Marettimo é inoltre ricchissima di flora e fauna selvatica e, soprattutto, sul versante occidentale vi si ritrovano grandi grotte marine dove sono stati avvistati esemplari di Foca monaca.
Insomma, Marettimo val bene una visita e quella del Trail di Marettimo e del Egadi Running Cruise che tornerà anche nel 2017 è l'occasione giusta per ritrovarcisi, per scoprirla o per continuare ad esplorarla (se ci si è già stati), occupandosi al tempo stesso della propria attività sportiva preferita.
Marettimo - Isola di Marettimo - La guida ufficiale di Marettimo
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