Un dì, poco dopo l'alba,
camminavo e corricchiavo
sormontato da grandi cumuli torreggianti,
orlati di un giallo vivo, abbagliante,
che trascolora nell'arancio.
E tra essi si insinuava il primo raggio di sole
In alto i trionfi della luce, mentre in basso
ancora i colori smorti
della fase di transizione
tra notte e giorno,
Dallo sfondo di grigio uniforme
un Re Joker ciclomontato e pieno di colori,
mi ha ammiccato sornione
dalla sua finestrina di cartone,
posata sul marciapiede
La sua bici pareva piuttosto
un velocipede d'antan,
di quelli senza pedali.
La sua presenza lì, davanti a me,
ominoso presagio oppure buon auspicio.
E, siccome do credito ai segni
che la Sorte mi pone dinnanzi,
ho trattenuto il mio incedere e
l'ho raccolto da terra
per portarlo con me.
Tratterò il Re Ciclista,
insolito Jolly Joker,
come carta pigliatutto e vincente,
a meno che il suo significato più recondito
non sia nefasto
In antico, gli aruspici scrutavano i cieli
in attesa di segni e di messaggi.
Io tengo sempre gli occhi
incollati alla Terra davanti ai miei piedi
e - più che nel cielo - lì trovo i segni che mi guidano