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8 settembre 2016 4 08 /09 /settembre /2016 08:50
Far morire di paura per prevenire. Strategia efficace, oppure no?

Sono già entrate in uso le nuove norme per la prevenzione del tabagismo. Tra i provvedimenti, figura anche l'introduzione di immagini "paurose" che accompagnino le scritte già in vigore da tempo che, ora vengono aumentate di dimensioni e reiterate più volte, laddove lo spazio lo consente.
In più, nel nuovo pacchetto di provvedimenti, verrà presto interrotta la produzione di sigarette in pacchetti da 10, allo scopo di scoraggiare i più giovani dall'acquistarle in format a loro più accessibili economicamente.
Ieri sono andato dal tabaccaio ad acquistare il mio approvvigionamento di tabacco per sigarette e ho trovato, appunto, questa novità. A me è toccato di trovarmi di fronte ad una foto a colori con la piccola bara bianca della misura adatta ad accogliere un neonato e davanti ad essa, posta su di un catafalco, una coppia aggrondata in dolente contemplazione, quei genitori che avevano continuato a fumare durante la gravidanza del loro pargolo. Accanto all'immagine la didascalia recita: "Il fumo può uccidere il bimbo nel grembo materno". Il tutto caratterizzato da quella che si potrebbe indubbiamente definire una "ridondanza" comunicativa.


Prevenzione del tabagismo. Nuova campagnaQuesto tipo di prevenzione, fondata sul terrorismo psicologico, in realtà funziona ben poco nei confronti dei fumatori più incalliti che possono facilmente attivare un meccanismo di non-percezione selettiva nei confronti di messaggi scritti e visuali che, in qualche modo, vogliano indurli a riflettere sui rischi cui si espongono o cui espongono altri. O che, in alternativa, possono ripiegare verso i pacchetti da 10 (finché saranno sul mercato), nei quali non è impresso alcun messaggio preventivo.
E ha aggiunto che, in parallelo, si sta attivando un merchandising di articoli del costo di poche lire che hanno la funzione di occultare i messaggi (del tipo di mascherine opache autoadesive o di portasigarette (che in questo frangente tornerebbero ad essere pienamente di moda).
E allora tutto questo sforzo è destinato ad avere successo?
Forse, soltanto nei confronti di una piccola fascia di fumatori "veterani" che sono entrati - per mutuare un termine caro agli AA (Alcolisti Anonimi") - nella fase della "contemplazione" della propria dipendenza, nella quale in modo ancora conflittuale si cominciano a porre nei piatti della bilancia, vantaggi e svantaggi della propria dipendenza, piaceri e dispiaceri, etc etc.
In questo caso le immagini e le frasi di terrore potrebbero avere un qualche effetto, ma il paradosso è che potrebbero avere anche un effetto opposto nel senso di rafforzare i meccanismi di negazione.

Si può tuttavia immaginare che, almeno nei confronti d'una categoria di persone, il messaggio possa avere effetto e dovrebbe trattarsi di chi - soprattutto i più giovani - si accostano alle abitudini tabagiche per la prima volta, insomma si tratterebbe dei "neofiti": in questo caso, l'esposizione a immagini e a slogan potrebbe avere un effetto dissuasivo.

La strada maestra della prevenzione del tabagismo (come di altre abitudini nocive) rimane però pur sempre quella dell'educazione alla salute, con un intervento capillare e continuativo nelle scuole, che abbia come baricentro i principi del rispetto del proprio corpo e della ricerca costante di un benessere psicofisico. Un intervento che dovrebbe essere mantenuto e potenziato e che può dare i suoi effetti soprattutto nel lungo termine, specie se condotto in maniera tale da portare i più giovani a trovare delle proprie risorse di pensiero autonome e a un empowerment decisionale, quando si tratta di dire a chi ti offre una sigaretta per la prima volta: "Grazie, no!".
Intervento che, nel caso dei minorenni, dovrebbe essere accompagnato dal rispetto estensivo della proibizione della vendita del tabacco ai minori di 18 anni, e nei confronti di tutti da un incremento del costo dei prodotti a base di tabacco, strategia applicata estensivamente in altri paesi d'Europa con discreti risultati, a condizione che si tenga d'occhio in parallelo il mercato illegale.

Far morire di paura per prevenire. Strategia efficace, oppure no?
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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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