Il brano che segue, scritto dal mio amico e corrispondente FB Salvatore Sulsenti, è una piccola storia che è anche una meta-storia, poichè contien una riflessione sugli "inizi".
Salvatore nel suo scritto non ci dice esattamente di cosa si tratta: solo chi lo conosce e che lo segue comprende a cosa si riferisce.
Ma il fatto che abbia lasciato il testo così indefinito ci aiuta a dargli un significato più universale.
L'inizio non è mai semplice: un inizio è periglioso, poiché implica oltrepassare una soglia, da un lato della quale c'è il mondo da cui veniamo, mentre oltre si distende un universo ancora sconosciuto.
Superare soglie nella propria vita è qualcosa di creativo e di stimolante poichè ogni volta che ciò accade ci si confronta con qualcosa di nuovo e il nostro ingegno (e le nostre forze non solo mentali, ma anche fisiche, verranno messe alla prova.
Essere sulla soglia e superarla dà improvvisamente nuovo significato alla nostra vita.
I Romani antichi avevano un Dio che proteggeva le soglie e che, per questo era anche un Dio degli Inizio: Giano Bifronte, poichè nella sua classica rappresentazione aveva due volti, ciascuno dei quali guardava un lato della soglia.
E, nell'universo induista, c'è il Dio Ganesh, il Dio-Elefante che, danzando, creò il mondo.
E Ganesh è, per questo il Dio degli inizio, ma anche il Dio della creatività.
Le nostre azioni, le decisioni che pigliamo, le nostre scelte sono sovente multideterminate, con l'incidenza di fattori interni ed esterni, che spesso concorrono in un mix unico ed irripetibile, ma spesso per i punti di svolta più fondamentali e repentini, occorrono dei piccoli trigger.
E Salvatore con il suo racconto ce ne dà un esempio.
Luglio 2013. Telefonata Di Daniela P. mi passa un’amica: Anna.
Da questo momento molte cose cambieranno nella mia vita.
Daniela è una pittrice e ci siamo ritrovati su Facebook qualche tempo addietro. Solita trafila: post, commenti, foto pubblicate, richiesta di amicizia, conversazione stringata sulla chat ed immancabile scambio di contatti telefonici.
Telefono io e telefona lei, ci sentiamo e risentiamo ed ognuno di noi racconta qualcosa all’altro. Essendo io un artigiano dell’arte (anzi solo un uomo che fa qualcosa e che spera piaccia agli altri), confrontarmi con una pittrice conosciuta mi lusinga.
Il telefono presto non basta ed occorrerebbe passare oltre.
Non succede se non nel luglio del 2014, ma questo è un evento trascurabile.
Il passare del tempo e la distanza, io in Sicilia e lei in Lombardia, non aiutano.
Le telefonate vanno avanti ed anche le confidenze ma comprendiamo di essere molto distanti e come persone e come “artisti”.
Continuano le conversazioni, a dire il vero sempre meno frequenti, fin quando l’abitudine di Daniela di passarmi al telefono amiche mai sentite prima, mi portò a conoscere Anna.
Anna è l’antitesi di Daniela. Anna è pratica, affabile e solare e soprattutto è come la vedi. Daniela è un’esteta, si allontana dalla vita di tutti i giorni, ama se stessa ed il suo tacco 12. Le mie conversazioni continuano con Anna, ci si conosce e ci si apprezza come persone.
Lei moglie e madre di due belle ragazze, io artigiano dell’arte. Più conosco Anna più mi allontano da Daniela.
Restano le conversazioni telefoniche ma cambiano le cose.
Anna è una donna che lavora ed anche una casalinga, una moglie ed un’atleta. Corre, cammina, si arrampica.
Daniela vuol farsi sempre “vedere” ad Anna basta esserci.
Da qui comincia veramente tutto.
Ma qual'è l'inizio di cui parla Salvatore?
Ai fini del senso generale del suo scritto è irrilevante, per soddisfare i più curiosi, riporterò di seguito una piccola citazione (sue testuali parole), legate al momento attuale e a qualcosa che è appunto scaturito da quel cambiamento.
...da qualche giorno sono pervaso da uno stato di nervosismo pre maratona. Credo sia normale ma sto somatizzando l'evento.
Ho dei dolori, ma forse sono solo dei fastidi, in tutto l'addome.
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