E' recente la notizia di un cane siciliano di nome Leo (Favignana), che, rimasto orfano del proprio padrone, ha seguito il suo feretro sino alla chiesa dove si sarebbero svolte le funzioni religiose di commiato e che poi sarebbe rimasto nei pressi del cimitero a guaire e a lamentarsi, comunque in vigile e fedele attesa.
Sembra che, passato il momento di commozione pubblica per il nobile gesto, il continuo guaire del cane sia stato considerato molesto e che il cane sia stato preso a fucilate da ignoti e ferito, tanto da dovere essere sottoposto ad un intervento chirurgico per aver salva la vita.
E' possibile che la notizia contenga delle falsificazioni e delle non-verità.
Ma a prescindere da questa cautela, apre la via a delle considerzioni che, a caldo ho pubblicato sulla mia pagina FB.
Siamo in Italia e le cose belle ed edificanti (dalle quali potremmo trarre esempio nel nostro vivere quotidiano) prendono queste pieghe.
In Scozia (Edinburgo), molto tempo fa (18° secolo), il cane Bobby segui il corteo funebre del proprio padrone e, da quel momento rimase sulla pietra tombale.
Tutti gli abitanti della cittadini e i frequentatori del cimitero gli portavano quotidianamente da mangiare e da bere.
Lì rimase per oltre quattordici anni. Quando il cane fedele mory venne sepolto accanto al suo padrone e poco tempo dopo a spese della cittadinanza una statua di pietra che lo raffigurava, venne collocata su di un plinto proprio lì per ricordare un tale esempio di fedeltà e di dedizione.
E non parliamo poi del famoso caso di Hachiko che, tanto celebrato come simbolo di fedeltà incrollabile, tornò ad aspettare ogni giorno della sua lunga vita (per oltre 10 anni) il proprio padrone alla stazione ferroviaria dove questi arrivava al termine della sua giornata lavorativa.
Oppure possiamo ricordare -ma sempre fuori dall'Italia - il caso di Capitan, un meticcio che per oltre 6 anni rimase a vegliare instancabilmente sulla tomba del proprio padrone.
In Italia un povero cane che manifesta analoga dedizione al padrone defunto viene preso a fucilate (se la storia riferita dall'articolo che ispira queste considerazioni è vera). Per fortuna, in altri casi, i testimoni umani assumono un atteggiamento di rispetto e protettivo nei confronti di simili esempi di fedeltà canina: a Nicosia (Sicilia) il cane Sugar, dal luglio 2014 va ogni giorno in visita sulla tomba del proprio padrone, percorrendo cinque chilometri: e questa è, sicuramente, una bella storia che fa da contraltare alla tristezza indotta dalla notizia del cane fedele ferito perchè "disturbava".
L'articolo che mi ha datol'occasione perfare queste considerazioni, a prescindere dalla potenziale inesattezza dei fatti riportati, è - a mio avviso - una parabola efficace sulla nostra italiota insensibilità.
Per esempio, ci si può chiedere: sono le nostre città attrezzate con adeguati "pet cemetery"?
Ne ho visti alcuni in UK, dove sono molto diffusi: e sono tutti delle autentiche oasi di pace e di serenità.
Da noi esistono, ma sono per lo più privati e fondati da persone imbevute di grande cultura e animate da alti ideali, come ad esempio quello che si trova all'interno della Fondazione Piccolo di Calanovella a Capo d'Orlando.
In Italia, i problemi si eliminano alla radice, senza pensare ad altre soluzioni possibili, perchè sono scomode e, possibilmente, fanno guadagnare meno soldi: vedi il caso degli ulivi pugliesi.
Troppi guaiti, preso a fucilate Leo, il cane che aveva commosso Favignana
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http://mauriziocrispi.blogspot.it/2010/01/hachiko-la-storia-toccante-di-un-cane.html
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