Cosa c'entrano i presepi con le Antiche Fornaci?
C'entrano... C'entrano.
Ed è presto detto perché.
Quest'anno l'iniziativa "Il Presepe in Piazza" è tornata alla grande, dopo una quasi assenza e un format ridotto nel Natale 2015.
Il Maestro Giuseppe Bennardo, creatore di centinaia di caratteri del presepe in creta e tutti gli altri materiali necessari, ha allestito il suo scenografico presepe in una capannuccia creata all'uopo sul sagrato della Chiesa Don Orione (in via Ammiraglio Rizzo) con accanto una "casetta", imaginata com dimora di Babbo natale e un allestimento-installazione dedicato al migrante che giunge in mare e che spesso perde la vita nel suo periglioso viaggio.
Il presepe 2015 è stato allestito dal Maestro Bennardo con la consueta - quasi maniacale cura dei dettagli e con pari senso prospettico.
In questo presepe n2015 è presente un dettaglio mancante in precedenti allestimenti e cioè la rappresentazione di Santa Rosalia che s'intravede in alto, al termine di una fuga di rocce, incombente sulla stalla della Natività, contornata da voli di angeli (a quanto pare, questo inserimento è stato il frutto di una richiesta della parrocchia ospitante).
Al termine della visita il Maestro Bennardo mi ha detto che era visitabile un suo secondo presepe, realizzato per allocare un surplus di personaggi che nello spazio a disposizione non aveva potuto posizionare.
Ha aggiunto che il secondo presepe si trovava ubicato presso le "Antiche Fornaci Maiorana" in via Cardinale Rampolla, poco distante.
E così ci siamo incamminati per giungere poco dopo in una location che, nella mia vita, trovandomi di passaggio avevo visto centinaia di volte, ma senza mai prestarvi attenzione.
Siamo entrati e più che la meraviglia per il secondo presepe (eravamo gà appagati dalla visita al primo) poté lo stupore per la scoperta di un sito di autentica archeologia palermitana, reso visitabile grazie alla lodevole inziativa dei proprietari.
Le Antiche Fornaci a poca distanza dalle cave di roccia calcarea alle falde di Monte Pellegrino erano adibite alla produzione di Calce, che nel dopoguerra era ancora abbondamente utilizzata per la costruzione di abitazioni senza struttura portante.
Il processo consisteva nella rottura del materiale calcareo in pezzi più piccoli che poi venivano buttati dentro la fornace (al livello superiore) attraverso apposite bocche.
Le fornaci in numero di tre erano alimentate al secondo livello, più in basso, mentre il terzo livello scavato nella roccia serviva per raccogliere la calce, man mano che si formava nel processo di cottura, in piccoli carrelli metallici su rotaia, i quali poi mediante elevatori venivano portati sino al livello del suolo.
Un'opera davvero monumentale ed ingegnosa della quale si vedono emergere le cane fumarie delle fornaci, mentre tutto il resto è sprofondato nel sottosuolo.
Visitando il terzo livello si passa attraverso stretti cunicoli scavati nella roccia illuminati dall luce fioca di lampadine elettriche, appoggiati alle pareti che sono state lasciate grezze e ruvide sono gli attrezzi utilizzati dagli operai, martelli pneumatici, picconi, resti di carrelli, ruote di ferro, come se tutto fosse stato lasciato lì da un momento e all'altro e fosse pronto per una ripresa dei lavori. Tutto è oggi avvolto in un silenzio innaturale, ma con un piccolo sforzo di fantasia si possono udire il clangore degli strumenti, l'ansito delle ciminiere, il rombo delle fiamme, botti e tonfi, voci concitate e si può immaginare anche quanto fosse esposta al rischio di incidenti la vita di questi lavoranti, in un'epoca in cui ancora non esistevano reti di protezione e misure di sicurezza.
Con l'avvento del cemento armato l'uso della calce venne ridotto e, a poco a poco, le fornaci caddero in disuso.
Al tempo del loro massimo sviluppo le Fornaci Maiorana impiegavano dieci lavoranti adulti e dieci "carusi" (poco più che bambini, che facevano una sorta di apprendistato, ma erano in realtà una bassa manovalanza di "aiutanti" prezzi stracciati).
Le Antiche Fornaci furono acquistate dalla famiglia Maiorana nel 1945 e sono rimaste di loro proprietà anche quando caddero in disuso.
Recentemente, i proprietari si sono armati di buona volontà e hanno fatto dei lavori di ripristino, rendendo questa loro struttura - tremendamente interessante - visitabile e restituendo per così alla cittadina un pezzo del suo passato storico.
E' volontà dei proprietari attuali fare "vivere" le Antiche Fornaci, ospitando eventi culturali e di intrattenimento di vario genere: ne è la riprova un piccolo concerto da camera realizzato poco dopo l'inaugurazione e l'installazione presepica del Maestro Bennardo.
Come notazione, oltre al presepe allestito in maniera semplice su di un unico piano (a differenza di quello di via Ammiraglio Rizzo), si potevano ammirare esposti altri pezzi singoli connessi al tema del presepe, dislocati strategicamente ed anche un'Ultima Cena, sempre a firma del Maestro Bennardo.
Insomma, la visita al secondo presepe del Maestro Bennardo si è rivelata un'autentica sorpresa: un esempio efficace di quando sei convinto di andare a trovare una cosa e, trovando quella che hai cercato, ti imbatti in un'altra che diventa la "vera" scoperta del giorno di ricerca...
Appello per salvare l' antica fabbrica dell' Acquasanta - la Repubblica.it
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