La Mano (conosciuta anche come "la mano dell'affogato" (The drowning man) è una scultura di grandi proporzioni in cemento e plastica situata sulla spiaggia di Punta de Este in Uruguay.
E' stata realizzata dall'artista cileno Mario Irarrázabal. Dalla sua inaugurazione, nel 1982, è divenuta "simbolo" delle interminabili spiaggie di Punta del Este, che èconsiderato uno dei più famosi centiri balneari e di villeggiatura dell'Uruguay, comparabile ad una "Saint Tropez" del Sud America.
Le cinque dita, fortemente evocative, fanno riferimento tra le altre cose all'immagine iconoica di un uomo (o di una donna) in procinto di affogare: e le dita emergenti sono l'ultima parte del cropo che di colui che sta affogando si possono intravederre prima che venga definitivamente inghiottito dal mare.
Le grandi proporzioni della statua fanno sì che possa essere scorta anche da lontano dai nuotatori che si spingono troppo lontano dalla riva sfidando le correnti dell'oceano e dovrebbe servire loro da monito.
Lo stesso scultore fece successivamente delle repliche della mano e di queste una (non identica, ma simile) fu collocata nel deserto di Atacama (La mano del deserto).
E' sorprendente come il mondo sia pieno di cose di cui a stento conosci l'esistenza (o che per te - proprio perchè non le conosci) non esistono.
Poi, ti ci imbatti casualmente, seguendo altri percorsi, e alcune entrano nel tuo orizzonte conoscitivo.
Come ci sono arrivato alla Mano di Punta del Este.
Semplice: ascoltando una trasmissione in radio, in cui veniva intervistato un giornalista italiano che ha vissuto con la famiglia per molti anni in Uruguay. La Mano non veniva specificatamente menzionata, ma Punta del Este, sì. Incuriosito ho fatto una ricerca e, voilà, ho trovato La Mano.
Se vogliamo, si è trattato di uno dei tanti casi di Serendipity che ci possono occorrere e che possiamo valorizzare soltanto se abbiamo la mente libera e pronta ad uscire da uno schema tracciato.
(Da Wikipedia) La Mano (The Hand) is a sculpture in Punta del Este by Chilean artist Mario Irarrázabal. It depicts five human fingers partially emerging from sand and is located on Parada 1 at Brava Beach in Punta del Este, a popular resort town in Uruguay. It is also known as either Los Dedos (The Fingers), or Hombre emergiendo a la vida (Man Emerging into Life). In English, its popular name is The Hand.
It is a famous sculpture that has become a symbol for Punta del Este since its completion in February 1982 and in turn has become one of Uruguay's most recognizable landmarks.
The sculpture was made by Chilean artist Mario Irarrázabal during the summer of 1982, while he was attending the first annual International Meeting of Modern Sculpture in the Open Air in Punta del Este. There were nine sculptors, and he was the youngest one.
There was a fight for the places assigned on a public square, so he decided to make his sculpture on the beach.
He was inspired to make a sculpture of a hand "drowning" as a warning to swimmers, as the waters at La Barra up the beach had rougher waves which were better for surfing only, while the other way, waters at Solanas were much more suited for swimming practice and windsurfing activities.
While Irarrázabal had the entire summer to complete the project, he managed to finish in the first six days,[5] despite facing minor delays due to the strong southeast wind which is common in Punta del Este.
The concrete and plastic fingers were reinforced with steel bars, metal mesh, and a degradation-resistant solvent covering the plastic on the outside.
Throughout that summer, sculptors from around the world worked on their creations at the beach, but only Irarrázabal's continues to sit on the beach today.
It gained Irarrázabal worldwide acclaim and is popularized by tourist photographs and reproductions on postcards.
He later made near or exact replicas of the sculpture for the city of Madrid (in 1987), in the Atacama Desert in Chile (1992), and in Venice (1995).
The hand has not left its original spot, and has remained largely untouched, save for minor graffiti on the palm side of the fingers which was written in 2005.