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12 dicembre 2015 6 12 /12 /dicembre /2015 09:44
L'Ultimo Ebreo in America. Una meditazione sull'assimilazione e sulla perdita dei riti e delle tradizioni
L'Ultimo Ebreo in America. Una meditazione sull'assimilazione e sulla perdita dei riti e delle tradizioni

(Maurizio Crispi) Leslie Aaron Fiedler è stato un grande letterato e critico statunitense, docente universitario sino alla sua morte avvenuta nel 2003 , autore di controversi saggi che hanno suscitato non poche polemiche, come ad esempio il corposo saggio "Amore e Morte nel romanzo americano" (1960), ma anche "Il ritorno del pellerossa", oppure il grandissimo "Freaks. Miti e immagini dell'Io segreto".
E' stato autore anche di romanzi e racconti, anche se questa forma di scrittura per lui è stata un'attività letteraria indubbiamente di minore impatto.
L'ultimo ebreo in America (titolo originale: The Last Jew in America, nella traduzione di Daniela Fink. Editrice La Giuntina, 1989, ma l'edizione originale è datata 1966).è appunto una di questa opere letterarie, pur muovendosi sempre sul filo del rasoio del saggio, poiché appare più che altro come una parabola o un apologo breve ed intenso che offre una riflessione sulla "assimilazione" degli Ebrei, stabilitisi negli USA prima della Shoah, nel mainstream della cultura di base americana con la perdita progressiva dei riti e delle tradizioni ebraiche.

Il breve romanzo, di difficile lettura per chi - come me - sconosce gli sviluppi della cultura ebraica d'America non è di immediata decodificazione nei suoi molteplici significati e richiede riflessioni attente (così come accade in molti dei romanzi scritti da Philip Roth): ciò nondimeno viene in aiuto al lettore sprovveduto la bella e approfondita introduzione scritta da Guido Fink che offre, tra le altre cose, un'interessante ermeneutica del personaggio principale, Jacob Moscowitz e del suo conflitto interiore.
(dall'introduzione di Guido Fink) Anche se in apparenza è una sorta di assimilazione, di perdita di sé‚ e di continui tradimenti, L'ultimo ebreo in America è una commovente parabola sulla fedeltà, sulla fedeltà nonostante tutto.

Leslie Aaron Fiedler (Newark, 8 marzo 1917 – Buffalo, 29 gennaio 2003) è stato un critico letterario e scrittore statunitense, uno dei maggiori del Novecento, nonché un apprezzato narratore.
Nei suoi scritti si è spesso opposto alla cultura e alla critica accademica, accusata di declamare canoni che poco hanno a che vedere con i gusti e la sensibilità collettivi.
Tra le sue opere più note vi sono il romanzo La macchia (1969) e i saggi Amore e morte nel romanzo americano (1960), Aspettando la fine (1964), Il ritorno del pellerossa (1968), L'epica involontaria (1980), Cos'era la letteratura? Cultura di classe e società di massa (1982).

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Come sono arrivato qui

DSC04695.jpegQuesta pagina è la nuova casa di due blog che alimentavo separatamente. E che erano rispettivamente: Frammenti. Appunti e pensieri sparsi da un diario di bordo e Pensieri sparsi. Riflessioni su temi vari, racconti e piccoli testi senza pretese.

Era diventato davvero troppo dispendioso in termini di tempi richiesti alimentarli entrambi, anche perchè nati per caso, mentre armeggiavo - ancora alle prime armi - per creare un blog, me li ero ritrovati ambedue, benchè la mia idea originaria fosse stata quella di averne uno solo. Infatti, non a caso, le loro intestazioni erano abbastanza simili: creatone uno - non ricordo quale dei due per primo - lo ho "perso" (per quanto strano ciò possa sembrare) e mi diedi alacremente da fare per ricrearne uno nuovo. Qualche tempo - nel frattempo ero divenuto più bravino - il blog perso me lo ritrovai).

Ohibò! - dissi a me stesso - E ora cosa ne faccio?

La risposta più logica sarebbe stata: Disattiviamolo!. E invece...

Mi dissi: li tengo tutti e due. E così feci. E' stato bello finchè è durato...

Ma giocare su due tavoli - e sempre con la stessa effcienza - è molto complicato, ancora di più quando i tavoli diventano tre e poi quattro e via discorrendo....

Con overblog ho trovato una "casa" che mi sembra sicuramente più soddisfacente e così, dopo molte esitazioni, mi sono deciso a fare il grande passo del trasloco, non senza un certo dispiacere, perchè il cambiamento induce sempre un po' di malinconia e qualche nostalgia.

E quindi ora eccomi qua.

E quello che ho fatto - ciò mi consola molto - rimane là e chiunque se ha la curiosità può andare a dargli un'occhiata.

 

Seguendo il link potete leggere il mio curriculum.

 

 


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