Sbiadiscono le cose e si fanno incerte nella memoria
Pensi di sopravvivere sempre,
ma il terreno si assottiglia,
si fa instabile sotto i piedi
Ti accorgi allora della tua ridicola finitezza
Ti manca l'aria
Il tuo respiro diventa un rantolo
L'aria asciutta è carta vetrata
sulla tua lingua e sulle mucose
inaridite
Poi, giaci immobile,
le labbra schiuse
quasi a voler succhiare le ultime gocce di aria
gli occhi opachi che fissano il nulla
Nella tua vita non sei mai riuscito ad abbandonare il fortino
Sei stato un soldato ubbidiente
Ora sei solo a presidiarlo,
ma il fortino è solo una capsula del tempo
che si va sfaldando inesorabilmente
una volta che è stata aperta
Poi, dopo di te, non resterà nessuno
e il vento irromperà attraverso finestre rotte,
trasportando tutto con sè,
in un turbine,
pagine scritte a mano
pagine stampate,
caratteri e lettere
ammennicoli,
suppellettili
paraphernalia
roba inutile ed ingombrante,
tutta l'attrezzatura d'un viaggio
durato una vita intera
Oltre, il silenzio
e il vuoto
Sarai soltanto il custode del Nulla
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