(Maurizio Crispi) Ho scoperto casualmente i romanzi di Brian Freeman e, a partire dal primo che mi è capitato di leggere (Polvere alla polvere, ovvero "Turn to stone"), e mi ci sono talmente appassionato che sto cercando di leggerli tutti.
Un'impresa difficile, visto che non tutti sono reperibili in commercio, specie quelli pubblicati qualche anno fa.
Il primo mi è stato suggerito dal libraio che conosce i miei gusti in fatto di thriller: e non si era sbagliato.
Le storie di Brian Freeman hanno come proprietà indiscutibile quella di tenere legato il lettore al testo, con forza che direi quasi impetuosa, al punto da demolire le sue eventuali strategie di lettore multiplo.
Cominci un romnanzo di Freeman? Bene, puoi soltanto finirlo e a te sarà richesto un'attenzione totale al 100%.
Non ci sono tanti fronzoli o particolari espedienti narrativi: si tratta di trame molto ben costruite in cui interagiscono personaggi altrettanto bene rifiniti sia in seso sincronico sia in estensione diacronica.
Jonathan Stride, Serena Vial, Maggie e una miriade di altri personaggi, sia appartenenti al ruolo degli indagati o delle vittime.
Le ambientazioni hanno il pregio di trasportare il lettore in un territorio scarsamente attenzionato dagli scrittori di Thriller e cioè la cupa - e freddissima, dai lunghi inverni lacustri e dalle brevi ed umide estati - Duluth, nel Minnesota, a pochissima distanza dalle cosiddette "twin cities" (cioè l'area metropolitana costituita dalle due città, inestricabilmente incastrate l'una nell'altra di Mineapolis e Saint Paul).
Anche questo dettaglio è da apprezzare: perchè una delle caratteristiche dei thriller - e dei polizieschi in genere - è quella che, intirgando il lettore con le loro trame, lo fanno viaggiare in luoghi dove non è mai stato.
Ogni romanzo di Brian Freeman della serie di Jonathan Stride (in tutto, allo stato, sono sette) contiene un pezzo di storia di ciascuno dei personaggi e, in qualche modo, le vicende poliziesche che vi si sviluppano, vanno a colpire nervi scoperti e punti dolenti nelle memorie del loro passato.
Ogni romanzo arricchisce la definizione di ciascun personaggio che è quello che è, in funzione della sua storia pregressa. Il lettore nell'accostarsi ai diversi capitoli della saga avverte una sensazione di familiriatà, ma nello stesso tempo di straniamento, perchè si ritrova davanti a personaggi che cambiano e si evolvono e che, di tanto in tanto, devono confrontarsi con brandelli di un passato tormentato che riemergono.
Le trame non sono mai banali: c'è sempre qualche sorpresa in agguato e ci sono improvvisi punti di svolta.
Così è per questo "Il respiro del ghiaccio" (titolo originale: The Burying Place, nella traduzione di Alfredo Colitto, PIeme, 2011), in cui viene messo in atto il rapimento di un piccolo bambino figlio di un riccastro della zona. Le indagini vengono avviate a pieno campo a partire da indizi insignificanti: anche i genitori del bambino scomparso entrano nel registro degli indagati, e - come si scoprirà - anche loro hanno degli scheletri dell'armadio, come del resto altri dei personaggi.
La soluzione è a portata di mano (sin dalle prime battute), ma come nella situazione prospettata da Edgar Allan Poe nella "Lettera smarrita" si fa fatica ad intravedere la corretta configurazione della verità.
L'abilità del giallista è proprio questa: fornire al lettore degli indizi corretti, ma - nello stesso tempo - distogliere da essi la sua attenzione, amplificando il rumore di fondo, oppure creando delle diversioni.
Alla fine della storia, il lettore pensa - o dice a se stesso - ad alta voce: "Mannaggia! La soluzione era qui a portata di mano! Come ho potuto non pensarci!".
Ma il piacere della lettura di un thriller è tutto qui: viaggiare nell'intreccio e essere tenuti in sospeso a lungo prima di potere conquistare la corretta configurazione della verità degli eventi.
Ciò che conta è il viaggio attraverso il testo.
Assolutamente non delude questo "Il Respiro del Ghiaccio"
(Dal risvolto di copertina) Sembrano mani che premono per entrare, le foglie schiacciate dal vento contro il vetro dell'auto. Ma è solo l'effetto della nebbia, che avvolge tutto intorno a Kasey e fa brutti scherzi alla sua mente. È solo il senso di colpa. È solo il panico. Perché Kasey sa di essersi persa, finendo per sbaglio in quel sentiero sperduto tra i campi. Perché sa che un'agente di polizia non dovrebbe avere paura, e invece, in quella regione in cui da settimane le donne vivono con un'arma sempre con sé, l'unica cosa che in quel momento la rassicura è la pistola posata sul sedile accanto a lei. Ma soprattutto perché sa che, se si trova lì, è per un terribile errore commesso. Di nuovo mani che sbattono contro il finestrino, ma ora hanno il volto di una donna, occhi terrorizzati, e una voce: «Fammi entrare, per favore». Non è più un'allucinazione, è realtà, e Kasey non può più tornare indietro.Sarà una lunga notte. Anche per i genitori di Callie Glenn, una bambina di soli undici mesi sparita dalla culla in cui dormiva, nella ricca villa in riva al lago. Nessuna richiesta di riscatto, nessun sospetto. Soltanto la consapevolezza che, col passare delle ore, si affievoliscono le probabilità di ritrovarla.A farsi carico delle ricerche è il detective Jonathan Stride, che già indaga sulla recente scomparsa di tre donne della zona. Di loro non è più stata rinvenuta alcuna traccia, solo i segni di colluttazioni violente sul luogo del rapimento. Per Stride e la sua squadra si preannuncia una corsa contro il tempo, nel tentativo di districare il doppio mistero. Prima che la verità emerga, macabra e inesorabile, dal manto della neve.
Di Brian Freeman, Giorgio Faletti ha detto: "Quando inizio un romanzo di Brian Freeman, non so mai dove mi porterà. So solo che non vedo l'ora di arrvarci".
Brian Freeman ha un suo sito web e, in calce ad ognuno dei suoi romanzi, fornisce il suo indirizzo di posta elettronica, invitando i lettori a contattarlo per discutere con lui di ogni aspetto dei suoi romanzi: e questa è sicuramente una cosa che piace.Si propone come un autore interattivo e non sdegnoso o superbo nei confronti dei suoi lettori.
Sul'autore. Brian Freeman is an international bestselling author of psychological suspense novels, including the Jonathan Stride and Cab Bolton series. His books have been sold in 46 countries and 20 languages and have appeared as Main Selections in the Literary Guild and the Book of the Month Club. He is widely acclaimed for his "you are there" settings and his complex, engaging characters and twist-filled plots.
His seventh novel "Spilled Blood" won the award for Best Hardcover Novel in the annual Thriller Awards given out by the International Thriller Writers organization, and his fifth novel "The Burying Place" was a finalist for the same award. His debut thriller, "Immoral", won the Macavity Award for Best First Novel and was a nominee for the Edgar, Dagger, Anthony, and Barry Awards. IMMORAL was named International Book of the Month, a distinction shared with authors such as Harlan Coben and Lisa Unger.
His novels (in order) are: "Immoral", "Stripped Stalked", "In the Dark House",also called overseas "The Watcher"), "The Burying Place", "The Bone House", the award-winning "Spilled Blood", "The Cold Nowhere", and his new Cab Bolton novel "Season of fear".
He also has two Stride e-books, "Turn to stone" and the short story "Spitting Devil."