Mosca e anguria...
O meglio: mosca e quel che resta dell'anguria...
Dopo il lauto pasto anche la mosca vuole la sua parte.
Perché non accontentarla?
Lasciamo che anche la mosca sia nostro commensale!
Anche se questo continuo vagare indisturbato della mosca, indubbiamente, può creare qualche disturbo e rimandare ad un immagine di sconfinata libertà.
E' immadiatoilrimando al famoso testo "Elogio della Mosca" di Luciano di Samosata, che malgradoi suoi 2000 e passa anni di età manitiene immutata tutta la sua ironica frescheezza.
In un libricino in mio possesso, assieme al menzionato testodi Luciano di Samosata,l'insigne studioso di Indologia Giuseppe De Lorenzo in suo breve saggio, fa una rassegna della mosca nella storia e nella letteratura (Le mosche nella Storia e nella Letteratura, Colonnese Editore, 1992).
E menzionerei anche il fatto non trascurabile che la Mosca è stata rappresentata in una moltitudine di opere pittoriche, come nel caso del "Ritratto di un certosino" di Petrus Christus (datato 1446, oggi al Metropolitan Museum of New York) che ha un valore storico, in quanto rappresenta la prima comparsa registrabile in assoluto della mosca nelle rappresentazioni pittoriche.
E' da notare che la mosca nella pittura compare in una duplice veste: o come "personaggio" delle scene rappresentate (e la sua presenza aggiunge un tocco di realismo o di ironia allo sforzo dell'artista di cogliere la realtà nei suoi più minuti dettagli) oppure, in altri casi - come è nel caso del quadro di Petrus Christus - la sua presenza periferica rispetto al soggetto sembrerebbe alludere ad un'interferenza al lavoro del pittore stesso: si può immaginare che in questi casi la mosca abbia svolazzato fastidiosamente attorno a lui e che si sia posata di continuo sui suoi strumenti di lavoro e sulla sua tela o sulla sua mano intenta al tratteggio, con tale insistenza che egli - stizzito - non ha potuto fare altro che aggiungerla al suo quadro come ornamento e soglia al testo pittorico, trasformando il fastidio in piccolo saggio di maestria.
La mosca oziosa e scioperata fruisce delle fatiche altrui, e da per tutto trova mensa imbandita: le capre sono munte per lei, l'ape lavora per lei come per gli uomini, e i cuochi per lei condiscono le più saporose vivande che ella assaggia prima dei re, e aggirandosi sulle mense, banchetta con loro e gusta di ogni cosa. Covo o nido non fa in un luogo, ma col vagante volo va errando di qua e di là, a guisa degli Sciti, e dovunque la notte la sorprende, quivi fa casa e letto. Intanto all'oscuro non fa niente, come ho detto, né facendo cosa suole nasconderla, né crede turpe ciò che fa in piena luce.
Quante sorprese ci riservano i dipinti! Anche quelli dove meno te le aspetti: per esempio, questo austero "Ritratto di un Certosino" di Petrus Christus, datato 1446 e ora al Metropolitan museum di ...
http://senzadedica.blogspot.it/2014/05/il-pittore-e-la-mosca-il-ritratto-di-un.html
Un ritratto magnetico, coinvolgente. Basta, però, osservarlo meglio, per accorgersi che proprio sul parapetto che chiude, in basso, la finta cornice, giusto sopra la firma del pittore, si è posata una mosca. Sì, una mosca! Ma non una di quelle che in questi giorni di primavera svolazzano, ronzando, dappertutto. Una mosca dipinta. Realizzata con la minuzia di un entomologo, più grande di quello che le corrette proporzioni richiederebbero, spicca sulla bianca veste del frate con una tale evidenza che è impossibile non notarla. Un'apparizione stupefacente, tanto più che la mosca fa qui la sua prima comparsa in pittura.
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