(Maurizio Crispi) Nell'ultimo mese ho avuto modo di constatare che, davanti a molti esercizi commerciali, c'è un Africano questuante...
Questi Africani che sono l'effetto degli sbarchi clandestini e delle fughe dai Centri di accoglienza sono in numero crescente...
Talvolta ce ne sono anche due o tre insieme e spesso si fermano in posti tradizionalmente presidiati dai Rom ai fini della questua.
Oggi, ho assistito ad un litigio tra la zingara che, da sempre, sosta davanti all'ingresso del Supermercato vicino casa dove abitualmente faccio la spesa e tre africani.
Lei - esagitata - diceva loro di levarsi di torno, perchè quello era il suo posto.
Uno dei tre l'ha aggredita, spingendola indietro, con una manata sul petto.
Un altro degli africani è intervenuto, invitando il suo compare alla moderazione, finchè non è uscito uno dello staff del Supermarket, che - senza essere troppo graffiante - ha cercato di sedare gli uomini.
Poi, due degli Africani se ne sono andati e hanno preso a vagare per il quartiere alla ricerca di luoghi più propizi per il loro accattonaggio.
E la situazione si è placata.
Mi è capitato diverse loro di dare a questo o a quello una moneta da 20 (o talvolta anche di più) centesimi che - mi rendo conto - sono una goccia nel mare.
Peraltro, anche alla Zingara, sempre sorridente, se ho con me degli spiccioli, cosa che in quest'epoca di pagamenti bancomat capita più di rado.
Una volta, non molto tempo addietro, di mattina presto, ho incrociato un Africano che si recava al luogo di questua.
Mi ha sorriso, un sorriso con gli occhi.
L'ho inseguito per dargli una moneta e, andando via, l'ho salutato calorosamente.
Ma, nello stesso tempo, c'è da pensare che, aumentando il loro numero, saranno sempre di più negli stessi luoghi e che le risse per pochi centesimi e per la spartizione territoriale si faranno sempre più frequenti ed incalzanti.
Assisteremo a grandi cambiamenti di scenari nei prossimi mesi...
E sono queste tra le cose di cui i giornali non parlano, nella totale assenza dello Stato.Degli extracomunitari si parla solo al momento degli sbarchi, che sono quelli che fanno notizia, soprattutto quando ci sono morti e dispersi.
Si parla del recupero e del salvataggio, quando le "Autorità" si presentano nei rispettivi porti di arrivo per avere il loro momento di visibilità mediatica in una situazione di paternalistica accettazione e di apparente affaccendamento (ma, purtroppo, spesso, messo in scena solo "per la vetrina").
Ma del dopo che invece richiederebbe investimento di risorse, pianificazione, reperimento di personali, sforzo e concentrazione, nessuno ne parla più.
Quel che è peggio è che nessuno fa nulla, pianificando un dopo-sbarco, efficace e ricco di possibili soluzioni.
Sembra quasi che lo Stato si sia arreso o che si si stia disinteressando.
E intanto le nostre città sono popolate da ombre inquiete, vaganti senza statuto alcuno e alla ricerca di riconoscimento.
Secondo me, è disumano.
E vero, le ultime volte che sono venuto a Palermo ho avuto la sensazione che le persone che mi chiedevano qualche spicciolo spuntassero da ogni dove, mi sono sentito come nella famosa scena di Jesus Christ Superstar, con una sensazione di profonda angoscia.
Nell'ultimo mese ho avuto modo di constatare che, davanti a molti esercizi commerciali, c'è un Africano questuante... Questi Africani che sono l'effetto degli sbarchi clandestini e delle fughe dai...
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