(Maurizio Crispi) Circa due mesi fa è morta la signora che viveva nell'appartamento sotto quello di Tatà, al primo piano.
Qualche tempo prima, si era spento, del pari, l'anziano signore che viveva, assieme alla sorella, nell'appartamento sotto al mio.
Il condominio di via Lombardia si sta progressivamente svuotando dei suoi residenti storici.
Due generazioni a perdere: ma già è cominciata l'erosione inarrestabile della mia stessa generazione.
Rimangono case vuote o semi-vuote, immerse in un silenzio assordante. Poi, forse a distanza di tempo, verranno occupate da altri. E prima, magari verranno anche svuotate dell'intero loro contenuto.
Anche quando si volesse chiamare, invocare chi non c'è più, per sentirne la presenza o per sentirli vicini, malgrado la contiguità con loro sia stata bruscamente interrotta, lo si farebbe a bassa voce, perchè si è sovrastati da questo assordante ed impenetrabile silenzio: sembra velleitario ed inutile usare un tono di voce stentoreo e invadente.
Sul balcone della signora morta, c'è un tavolo di ferro battuto da giardino, ricoperto da una tovaglietta leggera.
Attorno al tavolo non ci sono sedie e, quindi, quel tavolo messo lì, al centro del balcone, non sembra dover assolvere ad alcuna funzione.
Nè tantomeno sembra averne alcuna quella incongrua tovaglietta i cui bordi cadenti ondeggiano nel vento.
La ho osservata a lungo ieri ed anche oggi.
Nulla si muove.
Solo la tovaglietta leggera ondeggia e si muove nel vemto caldo, incessante. Eppure, pur muovendosi, è spaventosamente immobile.
Quest'immagine, il tavolo senza commensali, la tovaglietta che come una medusa flottante si muove nel vento, continua ad accompagnarmi nelle mie notti insonni, trasmettendomi un senso di profonda ed ineluttabile solitudine.
Molti i commenti che ha suscitato questo scritto, inizialmente pubblicato come nota su Facebook. Tra di essi vorrei citare quello di Pupetta Greco.
Maurizio, Dopo la lettura del tuo pezzo, ho deciso di scrivere ciò che in questo periodo mi sta a cuore...In questo caldo che scoraggia ogni movimento che non sia essenziale per andare avanti, ho preso la dolorosa decisione, dopo 7 anni di assenza, di andare ad aprire la casa dei miei cari resa silenziosa dopo il loro viaggio senza ritorno ...Sono certa che dopo tanta sofferenza, i tempi sono maturi per riappropriarmi dei ricordi che ci troverò e prendendomene cura, ridarle vita, per amore di chi la vita l'ha lasciata...
Il silenzio delle case inabitate
Anche volendo chiamare, invocare chi non c'è più, per sentirne la presenza o per sentirceli vicini, malgrado la contiguità con loro sia stata bruscamente interrotta, lo si fa a bassa voce, perch...
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