E' uscito pei tipi di Minimun Fax, il piccolo saggio/memoir di Costanza Jesurum, Guida portatile alla psicopatologia della vita quotidiana (2015), una guida garbata ed ironica per muoversi tra le ansie del nostro tempo, tratto dai post che più hanno avuto successo nel suo blog, seguitissimo, Zauberei.
«Datemi un uomo normale e io lo guarirò». Questo prometteva Carl Gustav Jung nel secolo scorso. Il tempo passato ha trasformato le sue parole in una profezia, rivelando come gli esseri umani non siano altro che dei fasci di nevrosi.
Costanza Jesurum, psicoanalista e terapeuta, da anni tiene un blog amatissimo, Zauberei, con cui ci aiuta a districarci nella psicopatologia della vita quotidiana al tempo delle ansie onnipresenti.
E con la stessa ironia ma con un metodo ancora più stringente, ha voluto scrivere un manuale divertentissimo ma solidamente scientifico.
Guida portatile alla psicopatologia della vita quotidiana è un prontuario di resistenza umana che risponde alle mille domande che ci assillano, mentre andiamo ai colloqui con gli insegnanti a scuola, ai pranzi domenicali coi parenti, dopo una nottata inaspettata di sesso con uno sconosciuto o proprio mentre usciamo dalla nostra seduta settimanale sul lettino dello psicologo.
Quando ero piccola, mi ricordo che a pranzo veniva sempre
mio padre per mangiare con noi e fare una pennichella
prima di tornare al lavoro. Mangiavamo assieme, poi lui si
ritirava e diceva: «Vado a fare un riposino, svegliatemi fra
quarantacinque minuti».
Dopo cinque minuti ricompariva e diceva: «No, svegliatemi
fra trentacinque minuti». E tornava a letto.
Dopo altri cinque minuti ricompariva e diceva: «No, meglio
che mi svegliate fra trenta minuti». E tornava a letto.
Dopo altri cinque minuti rieccolo, come un fantasma:
«Forse è il caso che mi svegliate fra 20 minuti».
Dopo altri cinque, visibilmente agitato: «Accendete il
caffè fra dieci minuti».
Dopo tre minuti arrivava e proferiva come tarantolato:
«non c’è tempo di dormire! ho l’ansia! ho l’ansia!!!»
Dopo di che: lui accendeva il caffè e io decidevo di diventare
psicoanalista.
Come tutti gli ansiosi, mio padre era una persona dalla vita
complicata e complicante, ma anche un uomo davvero
simpatico e piacevole. Gli ansiosi di solito hanno questa
consapevolezza di incongruenza che li rende piacevolissimi
e amabili, al punto da perdonargli lo scassamento ultroneo
che incontrovertibilmente procureranno ai loro
congiunti. Inoltre, sono strutturalmente delle brave persone,
oneste anche per un’incompatibilità quasi biologica
alla malavita – in effetti, quanti ansiosi c’erano nei Soprano?
Nessuno! C’erano disturbi antisociali, un mucchio di
depressi, un Alzheimer e Tony Soprano aveva gli attacchi
di panico, ma giustamente ansiosi puri nessuno, perché
l’ansia è una caratteristica che malissimo si coniuga con la
cattiveria, sia per via dei conflitti interiori terribili che
l’ansioso porterebbe seco, sia perché essendo ansioso mal
conterrebbe questi stati interni e si farebbe scannare subito
dagli esasperati consoci; e sia perché comunque anche
se portasse a termine le cose cattivissime farebbe spesso
gran danno.
Gli ansiosi sono problematici ma, è da dire, anche di
buon cuore.
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