(Maurizio Crispi) Chi non ha apprezzato, in qualche momento della propria vita il gioco di prendere il tubo dell'acqua da giardino, aprire il rubinetto a tutto spiano e usarlo con lo spruzzo per ingaggiare truculente battaglie contro tutti gli altri?
Ovviamente, è uno solo ad avere il comando ed è colui che manovra il tubo, a meno chedi tubi non ce ne siano a disposizione due e allora si dà vita a veri e propri duelli con lame d'acqua che si incrociano e che si scontrano, generando una miriade di gocce tutt'attorno.
E ci sono gli spavaldi che corrono con il petto fuori verso il getto d'acqua per riceverlo con tutta la sua forza, mostrando di resistere e teste che scompaiono dietro un aureola di minuscole parla d'acqua.
Quelli "teatrali" fanno finta di essere staticolpiti a morte e cadono a terra, rotolandosi nella pozzanghra che si è generata, invocando di essere colpiti con un ultimo a fondo dalla spada d'acqua.
Nel corso della lotta, se le condizioni di luce sono propizie si potranno generare anche dei piccoli arcobaleni iridescenti.
Tuttavia, sono di quei giochi che più che da piccoli si fanno da grandi, perchè si ha la forza di padroneggiare il tubo dell'acqua e il getto per evitare di far del male e di imprimere brucianti segni sulla aree più delicate della pelle o schiaffeggiare con violenza gli occhi.
Ma ci sono anche delle situazioni in cui il gioco con il tubo diventa un'incombenza da svolgere con serietà e dedizione: ed ecco che allora il tutto diventa una goduria.
Ciò capita nelle gare podistiche che si svolgono in giornate di caldo particolarmente intenso, quando i semplici spugnaggi non sono più sufficienti: e l'uso del tubo a spruzzo diventa una necessità per irrorare d'acqua i podisti sciroccati (ovviamente, se lo desiderano).
Spesso, prorpio per l'intrinseca forza ludica di questo compito, la bisogna viene affidata ad un adolescente che, ci si può scommettere si divertirà un modo e assolverà il compito che gli è stato affidato con la massima solerzia possibile, dandoci sotto con spruzzi e risate.