(Maurizio Crispi) I "subdoli artiglieri" sono tra noi... (e se qualcuno ricorda, ne ho già scritto in passato).
In qualsiasi situazione "pubblica" essi non esitano a sganciare il proprio carico di flatulenze, ammorbando l'aria...
Nella loro etica c'è quasi la compulsione a liberarsi dei propri gas mortiferi, miasmi fetidi e quant'altro soprattutto in presenza di una moltitudine.
In queste circostanze, c'è da parte di essi il piacere aggiunto di osservare i comportamenti di coloro da cui sono attorniati e che ricevono l'impatto dell'invisibile nuvola olfattiva.
C'è in quei volti e in quei corpi tutta una semiologia che essi si sono abituati cogliere nelle più sottili sfumature, come narici che si dilatano all'improvviso, occhi che ruotano, espressioni di disgusto che passano come nuvole, espressioni di sospetto che inquinano una conversazione distesa, improvvisi irrigidimenti del corpo e tentativi di distanziarsi da un invisibile nemico che sembra aver sferrato il suo attacco da ogni lato.
Il subdolo artigliere è un fine semiologo del comportamento altrui di fronte alle sue silenziose bombe olfattive e gode del disagio che egli stesso ha indotto negli altri. Nello stesso tempo si mimetizza abilmente, utilizzando a tal fine lo stesso repertorio di segni e gesti, sottolineando così di essere anche lui una delle "vittime" dell'attacco volatile, ma assolutamente letale: anzi si mette nei panni del primo a denunciare pubblicamente il misfatto, del castigatore del malcostume, dell'inquisitore.
Ma, in alcuni casi, succede che il subdolo artigliere è vittima di se stesso: e ciò accade, quando - per alchimie strane - i sentori delle sue loffie rimangono attaccate ai suoi abiti. E allora succederà che, mentre egli si allontana trionfante dalla scena del crimine (tanto più gloriosamente, quanto più affollato era il luogo), il puzzo lo accompagni con un persistente alone olfattivo, letteralmente "appiccicato" ai suoi abiti (non è ancora stato fatto uno studio valido e scinetificamente attendibile che dia spiegazioni sufficientemente esaurienti relativamente all'atttivarsi di tale fenomeno): e ciò decreta la fine della strategia mimetica del subdolo artigliere, almeno per una volta, esponendolo al disprezzo altrui e all'ostracismo.
Ad ognuno il suo contrapasso, insomma...
Che, in questo caso, tuttavia, è ben poca cosa e non possiede una funzione autenticamente pedagogica, né é tale da portare alla redenzione. Il subdolo artigliere, infatti, in altri contesti e con altre persone nei cui confronti egli sia ancora illibato (olfattivamente parlando), tornerà ad esprimersi con grande goduria...
Il subdolo artigliere ritorna sempre sulla scena del delitto e ripetutamente mette alla prova le sue vittime designate.
In questo senso, si può senz'altro dire che il subdolo artigliere sia prigioniero di una coazione a ripetere.
L'articolo linkato qui di seguito, rappresenta di questo post il necessario ed imperdibile antefatto (con tutte le definizioni e i riferimenti bibliografici di prammatica).
Alla partenza d'una maratona i subdoli artiglieri sono tra noi - Ultramaratone, maratone e dintorni
Sono riuscito a recuperare questo mio articolo pubblicato su podisti.net, il 1° marzo 2006. Lo ripropongo qui, anche perchè in una delle tante riformattazioni della piattaforma operativa di ...
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